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amp feedback relé pin gpio input

GPIO - PIN Input & feedback Relé
#1
Smile 
Salve a tutti,
premetto che sono nuovo col Raspberry e totalmente ignorante in elettronica, mentre mi ritengo mentalmente aperto sulla programmazione grazie alle reminiscenze adolescenziali :-)

Ho in mente di domotizzare casa con Hass.io ed ho iniziato con la cosa che ritenevo più semplice, il classico citofono Urmet.
In possesso di un Raspberry Pi 3 e di un modulo da 6 relé alimetanto a 5V con optoisolatore ho collegato i primi 2 relé:
- il primo per poter aprire il cancello;
- il secondo per poter ricevere notifica della bussata.
Il primo l'ho collegato senza problemi e mi apre il cancello mentre con il secondo relé ho rischiato di bruciare il piccolo gioiellino che ho tra le mani perché:
ho programmato in Python il PIN in Input per ricevere il segnale che mi arriva dalla bussata (che se ricordo bene arriva a 12V), usando pull-up/down (ora non ricordo bene) per utilizzare lo stabilizzatore 0-1 ma non ho messo resistenze o quant'altro necessario a salvaguardare il raspberry. In prima istanza non mi funzionava ed ho provato con un semplice pulsante bticino e mi funzionava, ho riprovato quindi con il citofono e mi ha funzionato parzialmente poi mi son fermato e dopo una decina di minuti Raspbian mi dava la temperatura alta ed ho sentito un puzza preoccupante, quindi ho spento tutto... di fatto il PIN utilizzato comunque funziona ancora perché mi comanda bene in Output, attivandomi il relé.

Ho girovagato sulla rete e sono arrivato alla conclusione che prima di connettere il PIN alla GPIO dovrei mettere una resistenza da 10k ohm. Vi chiedo supporto per non cadere in ulteriori errori:
1) è corretto? (Considerato che il modulo relé è alimentato dal raspberry tramite i PIN 5v e GND?)
2) scusate l'ignoranza, ma quando citofonano il relé non dovrebbe scattare? o questi relé scattano solo quando vengono comandati col PIN in Output?
3) ed infine, se collego un relé ai 220v e configuro un PIN in Input, mi entrano 220v nel Raspberry? (Questi relé non schermano?)

Come da premessa sono all'ABC e me ne scuso... ma prometto che farò passi da gigante  Angel

p.s.: ho letto un altro post dove Zzed linkava il seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=pYENAGK8qH4 ma comunque non ci ho capito moltissimo.
Risposta
#2
I pin del GPIO "lavorano" con una tensione massima di 3,3V. Applicare tensioni superiori a questo valore danneggia, anche irrimediabilmente, il raspberry. Aver sentito una "puzza preoccupante" provenire dal modulo non è un buon segno.
L'interfacciamento di tutti i GPIO con tensioni superiori deve avvenire tramite traslatori di tensione che riportano nei limiti dei 3,3V tutti i voltaggi esterni. Vi sono traslatori bidirezionali acquistabili in rete, oppure possono essere realizzati (funzione dell'applicazione) con fotoaccoppiatori, partitori resistivi, transistors, ecc.. A 3,3V la corrente massima erogabile da uno dei pin del GPIO è circa 15-16 mA, per un totale complessivo (ovvero n pin configurati come uscita) di circa 50-60 mA. Il modulo relè da te utilizzato ha dei fotoaccoppiatori in ingresso che pilotano dei transistors per poter eccitare il relè. I fotoaccoppiatori vengono pilotati dai 3,3V ed alcuni mA dal pin di uscita del GPIO. Mettere in serie una resistenza da 10Kohms ad un pin del GPIO configurato come input ed applicare tensioni superiori ai 3,3V praticamente non serve a nulla. Dovrà essere almeno utilizzato un paritore resistivo; certamente la tensione applicata dovrà essere continua e non alternata: è certo che la tensione della "bussata" sia in continua?
I relè garantiscono l'isolamento galvanico (a meno che non si commettano degli errori in fase di cablatura), quindi l'ingresso di pilotaggio e le uscite sono separate. A prescindere da questo l'utilizzo dei relè per comandare un input sul GPIO non è ilmiglior sistema (rimbalzi meccanici dei contatti).
La 220 VAC può essere pericolosa, specialmente se si mettono le mani in un quadro elettrico dove vi sono decine di fili. Se non si ha esperienza penso sia meglio farsi dare una mano da un elettricista o quanto meno da una persona esperta.
Risposta
#3
Ciao Ippogrifo,
inizio ringraziandoti sicuramente perché mi stai dedicando il tuo tempo, e sono certo che la tua risposta sia chiara ed esauriente (per chi ne capisce). Dopo questa tua infarinatura generale - che col tempo apprezzerò e sicuramente mi ritornerà più utile (quando avrò approfondito ulteriormente le mie basi sull'elettronica) - ti chiedo un attimo di paradigmaticità con il mio caso specifico, quindi:
-  con la tua affermazione
(31/01/2020, 08:55)ippogrifo Ha scritto: I relè garantiscono l'isolamento galvanico (...) quindi l'ingresso di pilotaggio e le uscite sono separate
vuol dire che a prescindere dal carico che gestisce il relè, nel Raspberry entra sempre lo stesso voltaggio (quale? 5V? vedi la domanda giù*). Stai rispondendo alla mia 3^ domanda con un "NO"? Ho capito bene?
- dato che al momento non mi interessa modulare alcun voltaggio diverso per farlo entrare direttamente nel Raspberry, sia perché non ne ho la necessità né tantomento intendo complicarmi la vita (soprattutto vista la mia esperienza) quindi mi vanno bene i relé che ho collegato, e... il citofono (che va in 12V alternata) è solo passato per il relé quindi devo dedurre che mi sono solo impressionato sulla "puzza preoccupante" (magari non avendo mai utilizzato veramente il Raspberry qualche componente necessita ancora di rodare e c'è un odore fisiologico della macchina).. a meno che:
avendo collegato il modulo relè col VCC sui 5V* della GPIO, arrivano ai PIN sempre 5V e quindi forse ci vuole questa resistenza da 10Kohms che avevo letto in giro?

Infine, sai rispondere alla mia 2^ domanda? che riformulo meglio:
Se per aprire il portoncino invio l'output tramite il PIN, che mi fa scattare il relé eccitando la bobina... perché, al contrario, sull'altro relé... quando mi bussano al citofono non sento scattare il relé? ho sbaglio io qualcosa nel collegamento o questi relé vengono comandati solo con i PIN in output?

Grazie per gli ulteriori chiarimenti

p.s.: se collegassi il modulo relé ai 3.3V della GPIO non arriverebbero gli impulsi per attivare i relé. Nel frattempo ho misurato il voltaggio su un PIN del relay e la massa e sembra che non si superino i 3V (2.73V per la precisione).
Risposta
#4
Il relè garantisce la separazione tra alimentazione della bobina (qualunque sia la tensione con cui viene alimentata) e i contatti. I contatti di per se non hanno alcuna tensione a meno che non sia tu a collegare il contatto centrale ad una sorgente: sul contatto NC (normalmente chiuso, relè a riposo) verrà riportato il valore della sorgente, mentre sul contatto NO (normalmente aperto) non vi sarà alcuna tensione. Alimentando il relè la situazione si rovescia.
Il raspberry non ha alcuna necessità di rodaggio e sin dall'inizio non emette alcun odore preoccupante.
Inserire in serie ad uno dei pin, configurato come input, una resistenza da 10Kohms non serve assolutamente a niente, a meno che non faccia riferimento ad una tensione di 3,3V. Il minimo è l'utilizzo di un partitore di tensione (in rete trovi molti esempi) che è composto da due resistenze collegate in serie tra loro e connesse da una parte al positivo e dall'altra parte al negativo dell'alimentazione (o segnale di tensione di valore superiore ai 3,3V). Il pin di input viene collegato al punto di unione tra le due resistenze (i valori vengono calcolati in funzione della max tensione applicata in modo tale che il pin riceva una max tensione di 3,3V).
Il fatto che il relè non sia stato eccitato (uno di quelli presenti sulla schedina da 6 relè?) può dipendre da diversi fattori, tra cui la mancanza della massa comune tra schedina relè e citofono, tensioni errate (la schedina relè funziona portando al valore di massa (0V) gli ingressi e non pilotandola in tensione).
Risposta
#5
Ma la scheda relè è per output! Non puoi collegare qualcosa ai morsetti del relè e quando si attiva sperare che il relè scatti e ti dia un 1 in ingresso! I relè non sono bidirezionali, sono "interruttori" comandati da una bobina.
Per gestire un ingresso devi lavorare in tutt'altro modo, senza usare la scheda relè.
Come detto, la tensione massima accettata sui pin GPIO è di 3,3V. Per sicurezza, usa una scheda con ingressi optoisolati, o costruiscitene uno come indicato qui.
Ps: se l'intenzione è domotizzate tutta casa, oggi ci sono metodi più semplici che portare tutto al GPIO di RaspberryPi (sopratutto se non sei pratico di elettrotecnica/elettronica), come usare i vari sonoff, shelly ecc da collegare a hass.io

Inviato dal mio A0001 utilizzando Tapatalk
Risposta
#6
(01/02/2020, 11:12)Zzed Ha scritto: Ma la scheda relè è per output! Non puoi collegare qualcosa ai morsetti del relè e quando si attiva sperare che il relè scatti e ti dia un 1 in ingresso! I relè non sono bidirezionali, sono "interruttori" comandati da una bobina.

Ciao Zzed,
Grazie anche a te per avermi preso in considerazione... Allora, non ci crederai ma in input se metto in parallelo la citofonata mi arriva l'input… anche se ho un problema che devo ancora chiarire (magari poi entriamo nel merito).

Citazione:Per gestire un ingresso devi lavorare in tutt'altro modo, senza usare la scheda relè.
Come detto, la tensione massima accettata sui pin GPIO è di 3,3V. Per sicurezza, usa una scheda con ingressi optoisolati.

A prescindere, da quando sopra da me affermato, potresti essere così cortese da linkarmi un prodotto per poter controllare gli stati a prescindere dal voltaggio? [Il tuo link me lo studierò ma il fai da te rispetto a qualcosa di industriale più affidabile è decisamente poco opportuno nel mio caso]
Dato che necessiterei anche di controllare se uno switch di una camera mi fa passare i 220v ho bisogno di un feedback, ho bisogno quindi non solo del citofono ma anche dell'input su un voltaggio 220. Ti ringrazio anticipatamente per il prodotto che mi linkerai e si accettano ulteriori chiarimenti in merito.

Citazione:Ps: se l'intenzione è domotizzate tutta casa, oggi ci sono metodi più semplici che portare tutto al GPIO di RaspberryPi (sopratutto se non sei pratico di elettrotecnica/elettronica), come usare i vari sonoff, shelly ecc da collegare a hass.io

Ti dico che chi si occupa di domotica potrebbe rabbrividire con la tua affermazione... ho una casa tutta domotizzata (ma cablata seria) e posso serenamente affermare che chi è del settore ritiene i prodotti IoT un'offesa quando accostati alla domotica... Certo, capisco il senso del tuo suggerimento, ma non mi piace l'idea di avere casa riempita di onde e aggeggi vari, comunque lì dove sarà necessario già è previsto che farò così (tipo le tapparelle che non riesco a raggiungere - ma in un altro immobile dove avrò da fare i lavori ci vorrei provare col GPIO, quindi testerò il Raspberry comunque sulle tapparelle).
Lo so, sto iniziando adesso, ma invece di abbattermi proponendomi sonoff e Shelly dovresti spronarmi Zzed siamo su Raspberry Italy hihihi e tu la comandi qui.

Ho bisogno del vostro aiuto e confido in questo forum, fatto di persone che hanno esperienza... Magari mi auguro che tra un annetto sarò io a disposizione degli amici del forum.

Inviato dal mio Mi 9T utilizzando Tapatalk

(31/01/2020, 17:54)ippogrifo Ha scritto: Il relè garantisce la separazione tra alimentazione della bobina (qualunque sia la tensione con cui viene alimentata) e i contatti. I contatti di per se non hanno alcuna tensione a meno che non sia tu a collegare il contatto centrale ad una sorgente: sul contatto NC (normalmente chiuso, relè a riposo) verrà riportato il valore della sorgente, mentre sul contatto NO (normalmente aperto) non vi sarà alcuna tensione. Alimentando il relè la situazione si rovescia.

Fino a qua ci ero già arrivato, è vero ho affermato di essere ignorante ma non sto mettendo le mani con totale incoscienza (a proposito grazie anche del suggerimento sui 220v, apprezzo che mi sottolinei l'attenzione, meno se mi dici di fare vedere ad un elettricista).

Citazione:Il raspberry non ha alcuna necessità di rodaggio e sin dall'inizio non emette alcun odore preoccupante.
Ho solo un Raspberry e non posso confrontarlo con un altro, magari emana questo odore di suo e come detto precedentemente mi sarò impressionato, soprattutto se passano solo 2.7v dal relè al PIN del Gpio.

Citazione:Inserire in serie ad uno dei pin, configurato come input, una resistenza da 10Kohms non serve assolutamente a niente, a meno che non faccia riferimento ad una tensione di 3,3V.
Quest'ultima parte continuo a non capirla, cosa intendi?

Citazione:Il minimo è l'utilizzo di un partitore di tensione (in rete trovi molti esempi) che è composto da due resistenze collegate in serie tra loro e connesse da una parte al positivo e dall'altra parte al negativo dell'alimentazione (o segnale di tensione di valore superiore ai 3,3V). Il pin di input viene collegato al punto di unione tra le due resistenze (i valori vengono calcolati in funzione della max tensione applicata in modo tale che il pin riceva una max tensione di 3,3V).
Quindi anche quest'altra parte non l'ho colta, scusami... Nel mio primo messaggio comunque facevo riferimento ad un video linkato da Zzed sulla configurazione del relè. Intendi quello? Scusami, ma non colgo.

Citazione:Il fatto che il relè non sia stato eccitato (uno di quelli presenti sulla schedina da 6 relè?) può dipendre da diversi fattori, tra cui la mancanza della massa comune tra schedina relè e citofono, tensioni errate (la schedina relè funziona portando al valore di massa (0V) gli ingressi e non pilotandola in tensione).
Zzed dice che il motivo è che sono solo in output, mmmh... Ma il relè deve funzionare a prescindere (resto dubbioso e le chiavi di lettura sul perché non vada le trovo interessanti dato che ho un problema che non riesco a risolvere: se simulo la citofonata pontocellando le due uscite del citofono mi arriva la bussata e la ricezione dell'input sul Raspberry tramite la routine fatta con python... Se scendo a citofonare fisicamente, il Raspberry non coglie la tensione).

Grazie
Risposta
#7
Citazione:3) ed infine, se collego un relé ai 220v e configuro un PIN in Input, mi entrano 220v nel Raspberry? (Questi relé non schermano?)
Dalla domanda posta sembrava che non avessi dimestichezza con i relè ed il loro modo di funzionamento. Se hai  conoscenza degli imoianti a 220 va allora benissimo.
Citazione:poi mi son fermato e dopo una decina di minuti Raspbian mi dava la temperatura alta ed ho sentito un puzza preoccupante
Sembra evidente che qualcosa si sia surriscaldato.
Citazione:    Citazione:
   Inserire in serie ad uno dei pin, configurato come input, una resistenza da 10Kohms non serve assolutamente a niente, a meno che non faccia riferimento ad una tensione di 3,3V.

Quest'ultima parte continuo a non capirla, cosa intendi?]
Un pin configurato come input assorbe pochi microampere. Se hai una sorgente di tensione a 12VDC e la colleghi al pin, questo riceverà una tensione di 11,90VDC (legge di OHM : 10.000 x 00001 = 0,1V. 12,0-0,1 =11,90V), tensione più che sufficiente per danneggiare il raspberry. Se colleghi la resistenza ad una sorgente a 3,3V, sul pin arriveranno 3.20V.
Il link di Zzed a cui fai riferimento spiega come utilizzare un fotoaccoppiatore per inviare un segnale in DC di tensione superiore ai 3,3V ad un input del RPi. E' uno dei tanti modi possibili.
Citazione:Zzed dice che il motivo è che sono solo in output, mmmh... Ma il relè deve funzionare a prescindere (resto dubbioso e le chiavi di lettura sul perché non vada le trovo interessanti dato che ho un problema che non riesco a risolvere: se simulo la citofonata ponticellando le due uscite del citofono mi arriva la bussata e la ricezione dell'input sul Raspberry tramite la routine fatta con python... Se scendo a citofonare fisicamente, il Raspberry non coglie la tensione).
Quanto detto da Zzed è più che corretto: i relè elettromeccanci, allo stato solido, fototriac, ecc sono utilizzati in Output per contollare i carichi con la giusta separazione galvanica. Nulla toglie però che possano essere utilizzati per controllare degli input implementando techniche di antirimbalzo SW e/o HW (non è una buona "tecnica" di progettazione).  Per quanto riguarda il non ricevimento della "bussata" hai già la risposta.

Citazione:Ti dico che chi si occupa di domotica potrebbe rabbrividire con la tua affermazione... ho una casa tutta domotizzata (ma cablata seria) e posso serenamente affermare che chi è del settore ritiene i prodotti IoT un'offesa quando accostati alla domotica...
"Cablata seria" cosa vuol dire? Con cavi segnali elettrici e segnali non infiammabili ed antifumo inseriti in tubazione e/o corrugato, scatole derivazio, ecc, ? Sono state utilizzate apparecchiature di tipo industriale o meglio ancora a norme MIL (e solo queste farebbero veramente la differenza)?
La domotica è solo un aspetto dell"Internet delle cose" e non la sua finalità.
Risposta
#8
Se vuoi rispondo io: "cablata seria" vuol dire domotica cablata come 15 anni fa. Con dispositivi e protocolli proprietari che costano un occhio e non sono per nulla versatili. Chi è del settore, spesso, non si aggiorna, ed è restio a cambiare i materiali che utilizza. Te lo dico io che 10 anni fa spesi circa 1000 euro per un citofono, perché poteva fare anche da centralina per la domotica. Poi scopro che si, poteva farlo, se si aggiungeva una scheda da 250 euro, e se poi si usava tutti i dispositivi della stessa marca, perché il protocollo era una variante ad hoc di KNX, variante fatta al solo scopo di renderlo meno universale. E per configurarlo serviva programma proprietario, interfaccia usb proprietaria ognuno di questi con costi a 3 cifre.

Alcuni settori cambiano in fretta: prendi le telecamere per videosorveglianza: con un Pi Zero e il kit AIY vision di Google puoi ottenere una ipcam con IA integrata che può riconoscere i volti delle persone per meno di 100 euro. Un installatore professionale, se gli chiedi una cosa del genere, non sa da che parte cominciare, poi probabilmente sparerà una cifra da qualche migliaio di euro..
Se ti consiglio Shelly, è perché siamo nel 2020, ed è molto più semplice e naturale usare dei prodotti wireless (anche perché Raspberry Pi non ha mille pin GPIO, e prima o poi dovrai usare un ESP8266 o arduino come collettore di ingressi..  i SonOff non sono altro cheESP8266 in una scatola). Shelly o Sonoff transmota ecc comunicano con hass.io sul Raspberry via wifi, immagino che la rete wifi sia già attiva nell'abitazione, non si aggiungono altre emissioni elettromagnetiche.

Comunque, ti ribadisco che i relè elettromeccanici su scheda sono dispositivi di output: il Raspberry comanda la bobina e questa sposta dei contatti aprendo un circuito e chiudendone un altro. Non vi è connessione elettrica tra la bobina e i contatti. se applichi una tensione ai contatti, nulla verrà (intenzionalmente) trasferito alla bobina e al raspberry. Perchè io ho capito che tu stai cercando di usare così i relè.
Naturalmente puoi usare un'altro relè (non quelli a 5V della scheda) la cui bobina sia adatta alla tensione che devi rilevare, e usare il suo contatto per vedere se il relè scatta (tipo un relè con bobina a 230V AC, fai in modo che la tensione di cui vuoi rilevare la presenza ecciti la bobina del relè, e i contati C e NO del relè li colleghi a GND e un pin programmabile del Raspberry per rilevare quando il contatto si chiude (e di questo ti sta rispondendo ippogrifo).
Per favore, dimmi che avevo solo capito male io.

Non posso consigliarti una scheda con ingressi optoisolati, se non so che valore di tensione massima possono raggiungere questi ingressi e di che natura sono (AC, DC).... (tieni conto che tali schede, di solito, gestiscono ingressi a massimo 24V). Per quel motivo la soluzione più semplice (per me) era il fai da te: collleghi una spia luminosa adatta alla tensione di quel che vuoi rilevare, e poi vedi se la spia è accesa o spenta con un sensore di luce. I circuiti sono separati, e puoi rilevare anche tensioni di rete.
Risposta
#9
Allora... Zzed hai colto in pieno il tutto. Ho letto ieri sera il messaggio di Ippogrifo e mi sarei ripromesso di rispondere stamane dove ora ho trovato anche la tua replica. La mia non era assolutamente polemica, tra l'altro parliamo di un tuo P.S. che voleva darmi un'altra chiave di lettura per risolvere il problema, quindi volevo sintetizzare un'idea che per me passava in secondo piano scrivendo semplicemente "cablata seria", comunque... si è esattamente come l'hai descritta, un sistema proprietario non KNX (di cui la cosa buona è la crittografia degli accessi che è molto difficile da clonare) ed avrei aggiunto ad Ippogrifo proprio il concetto per il quale queste società vedono con occhio preoccupato tutti questi aggeggetti wifi (che comunque non sono sicuri aggiungerei io, rispetto ad un cablaggio interno di casa e questo è oggettivo ed indiscutibile - così come una telecamera con protocollo Onvif che passa il segnale per server cinesi piuttosto di un sistema interno che manda il flusso solo a te). La tecnologia avanza e purtroppo più servizi comodi vogliamo e più siamo tracciati... detto ciò, alla fine della fiera, polemiche o non polemiche... userò 5 shelly 2.5 per le tapparelle. OK? Wink possiamo tornare al nostro Raspberry adesso??? ahahahaha  Big Grin 

Io avevo fatto la premessa di essere ignorante in materia elettrica e lo confermo, quindi alcuni concetti di Ippogrifo ed anche tuoi Zzed ancora non mi sono chiari... piano piano dovrò tradurli / interpretarli.

Partirei da Ippogrifo e tornerei all'Input sui relé, a quanto pare si può avere il feedback al PIN settato in Input dal relé ma non è la migliore soluzione:
(01/02/2020, 17:09)ippogrifo Ha scritto: Quanto detto da Zzed è più che corretto: i relè elettromeccanci, allo stato solido, fototriac, ecc sono utilizzati in Output per contollare i carichi con la giusta separazione galvanica. Nulla toglie però che possano essere utilizzati per controllare degli input implementando techniche di antirimbalzo SW e/o HW (non è una buona "tecnica" di progettazione).  Per quanto riguarda il non ricevimento della "bussata" hai già la risposta.
Io non ho colto "hai già la risposta" - vuoi intendere che è la dimostrazione che non funge bene per un Input? Ok, se così fosse, allora... mi aiutate a risolverla nella pratica amici miei? Se devo usare una tecnica antirimbalzo HW, quale sarebbe? Non ne ho idea, so solo che io avrei bisogno di:

1) ricevere la notifica della citofonata (12V AC);
2) ricevere le notifiche dello stato di una porta (che andrò a montare e che avrà dei PIN, presumo a 12V DC);
3) ricevere notifica di un relé a 220v che mi attiva una specifica zona.

Questi sono i tre punti che al momento ritengo importanti, tutto il resto lo dovrò andare a programmare con python, Hass.io, MQTT (come e quale utilizzerò sarà da vedere) ma ho bisogno degli input/output che mi fungano tutti per procedere poi con la programmazione.
Nella mia idea ipotizzavo che fossero sufficienti dei relé in entrambi i sensi e scopro (con voi) che non è così... bon!  Smile

Zzed Ha scritto:Non posso consigliarti una scheda con ingressi optoisolati, se non so che valore di tensione massima possono raggiungere questi ingressi e di che natura sono (AC, DC).... (tieni conto che tali schede, di solito, gestiscono ingressi a massimo 24V). Per quel motivo la soluzione più semplice (per me) era il fai da te

Il citofono è un 1130 Urmet che va a 12V AC, la porta del punto 2 sarà 12V DC e la notifica del terzo punto parliamo dell'elettricità di casa a 220V AC. Che cosa mi suggerisci Zzed? Ippogrifo, tu hai una tecnica più efficiente o puoi indicarmi cosa implementare per lasciare i relé? Grazie ragazzi  Angel Idea Heart Exclamation

P.S: dulcis in fundo, Zzed affermi che avendo già la mia rete wifi se aggiungo qualsiasi altra device wifi non si aggiungono altre emissioni elettromagnetiche... ne sei sicuro? hai qualche riferimento su questo argomento, lo trovo molto interessante.
Risposta
#10
La chiusura dei contatti meccanici di un relè (come di un qualunque interruttore/pulsante meccanico), quando eccitato, avviene inizialmente tramite "rimbalzi" delle linguette metalliche sino al definitivo assestamento. In questa fase avvengono delle interruzzioni nel segnale che deve essere trasferito di alcuni millisecondi; queste interruzzioni vengono interpretate dal dispositivo come segnali reali di variazione di stato. Per eliminare questa situazione (con tutti i dispositivi meccanici) si può operare in due modi: via SW facendo si che l'informazione di input a cui è collegato il relè venga "ritardata" di una ventina di millisecondi (procedura di debounce), oppure via HW "integrando" il segnale elettrico (ovviamente in DC) tramite una resistenza e condensatore (resistenza posta in serie all'uscita del relè e condensatore da altro capo della resistenza a massa). Il condensatore si caricherà lentamente (annullando di fatto le transazioni dovute al rimbalzo dei contatti meccanici) sino a raggiungere la tensione stabile.
1) Il segnale di "bussata" proveniente dal posto esterno essendo a 12VAC dovrebbe essere raddrizzato (ponte di diodi) e livellato (condensatore elettrolitico da qualche centinaio di uF 16/24 Vl) e poi applicato tramite partitore resistivo o fotoaccoppiatore all'ingresso per garantire l'isolamento galvanico.
2) fotoaccoppiatore per garantire l'isolamento galvanico
3) Puoi utilizzare questo dispositivo che garantisce l'isolamento galvanico e che dà in uscita una tensione DC: https://www.amazon.it/WINJEE-accoppiator...HYNHQ796XK. Verifica la tensione in uscita che sia 3,3V max
Come suggerito da Zzed puoi utilizzare un altro sistema "made in home" costituito da una lampadina spia (operante a 220 VAC) + fotoresistenza accoppiati meccanicamente entro un cilindro isolante nero.

Concordo sul fatto che un sistema cablato sia più sicuro di uno realizzato via radio: un sempice jammer da un centinaio di euro può bloccarlo (sono possibili però contromisure) e che apparecchiature professionali siano più affidabili rispetto a quelle "home": ho avuto modo di lavorare anche con apparecchiature/sistemi a norme MIL e la differenza si vede molto, molto bene.
Risposta
  


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