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Il sensore che hai portato ad esempio pur essendo alimentato a 12 VDC ha una uscita tramite contatti puliti di un relay. E' quindi possibile interfacciarsi ai pin del GPIO senza problemi, ovvero la tensione di alimentazione non viene trasferita ai contatti del relay. Vi sono comunque alcuni accorgimenti da adottare nell'interfacciamento tra i pin del GPIO e i vari sensori sparsi, in particolare se le distanze sono di molti metri.
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Per qualche decina di metri, non ci sono problemi, se non posi in ambiente "ostile" tipo un ambiente con molti disturbi in radiofrequenza o non metti nelle stesse condutture di rete (elettrica) i cavi dei segnali. Diciamo che cominci a pensarci dopo i 50m. La sezione, già 0,5mm2 è sovrabbondante, magari usa cavi twistati per antifurto o per bus
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In parte Zzed ti ha risposto. Per quanto riguarda la sezione dei cavi da utilizzare puoi utilizzare cavi twistati (attorcigliati a coppia su se stessi) di sezione anche inferiore ai 0,5 mmq (tipo telefonici e se i sensori sono all'esterno dovranno essere schermati) data la bassissima corrente circolante (qualche mA per pin). Il contato di un relay non è mai (in caso di attivazione) deciso, ma al momento in cui l'ancora viene attrata magneticamente (relay alimentato) il contatto (il NO) chiude il circuito ma vi sono dei rimbalzi di carattere puramente meccanico (dove circolano basse correnti) fino all'assestamento definitivo in chiusura. Questo comporta per l'input del pin del GPIO di ricevere dei segnali ON/OFF ed in funzione dell'applicazione che gira sul raspberry decidere come comportarsi (aspettare tramite SW, che l'input sia decisamente ON o OFF). Altro aspetto dovuto alla lunghezza dei cavi, in particolare modo se escono dal fabbricato, sono le cariche elettriche dovute a temporali, ad accoppiamenti indesiderati ecc. Personalmente in questi casi faccio uso di fotoaccoppiatori in cui il diodo led può essere alimentato anche a tensioni superiori ai 3,3 V (tramite opportune resistenze) e la parte transistor (collegato al pin del raspberry) ai 3,3V. La separazione galvanica è assicurata così come eventuali flitri integratori.
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Nei sistemi di allarme la logica funzionale è la chiusura del circuito: condizione di non allarme. Un allarme reale o il taglio del cavo (quindi in entrambi i casi apertura del circuito) provocherà la condizione di allarme. Nei sistemi più sofisticati viene controllato il bilanciamento della corrente che circola nel cavo connesso al sensore. Una interruzzione nel circuito (quindi una variazione nel valore della corrente circolante) darà la condizione di allarme. Nel tuo caso potrai utilizzare i due contatti definiti "NC" e non i "tamper". Essendo dei semplici sensori costituiti da un magnete permanente ed un contatto soggetto al campo magnetico, quindi chiuso quando in prossimita del magnete, potresti utilizzare altri sensori con meno fili (la funzione tamper non ti serve).
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Di modelli ne troverai tantissimi, sia in rete che nei grossi centri commerciali. Ma anche qui applicare tecniche SW di debaunche penso che sia appropriato (è comunque un contatto meccanico).