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21/05/2016, 06:42
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 21/05/2016, 06:56 da ippogrifo.)
Per la misura della corrente (e non di tensione) circolante nei circuiti elettrici alternati (AC) si utilizzano dei TA, cioè trasformatori amperometrici (per la DC è differente). Simili ai trasformatori di tensione (rapporto primario/secondario, isolamento, ecc) sono realizzati in diverse forme, anche in funzione dell'intensità di corrente da misurare, della sezione dei cavi, ecc. Oltre ai TA, vi sono i sensori ad effetto di Hall che svolgono lo stesso compito. Una ricerca sul web su "sensori di corrente" ti darà tutte le informazioni utili.
Per media tensione (MT) si intendono tensioni che vanno da 600-700V a 20KV circa; per bassa tensione (BT) le tensioni da 0V ai 600-700 V. Penso quindi che tu ti riferisca ad interventi sulla BT (la 230 V domestica) e non sulla MT, che è sempre mortale in caso di errore umano.
I trasformatori amperometrici, come i sensori ad effetto di Hall sono posti in SERIE al carico di cui si vuole misurare la corrente circolante, se dotati di un primario e non sono quindi del tipo passante.
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Credo a lui basti sapere se il carico è alimentato o meno, per quello ho proposto rilevatore di tensione. Non credo gli serva la misura della corrente (quei sensori sono poi solitamente analogici e non si possono collegare direttamente a RaspberryPi - che ha solo ingressi digitali - ma occorrerebbe interporre un ADC - convertitore analogico digitale)
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Si, l'ho notato e la soluzione proposta (luce spia + fotoresistenza/fotodiodo che è più veloce) è certamente più che valida (separazione galvanica in primis e a low cost). Ma laddove serve verificare anche la corrente assorbita dal carico è necessario inseire un "sensore" amperometrico (le tecnologie possono essere molteplici). Un esempio può essere un motore con uno degli avvolgimenti interrotto: la tensione viene applicata ai "capi" ma il motore non gira, l'unico modo di verificarne l'operatività e proprio la corrente circolante (concordo che non è necessariamente così: spire in corto, ecc).
Penso che il controllo del "dispositivo" determini quale tipologia applicare: solo tensione, solo corrente, entrambe.
Personalmente in un sistema domotico utilizzerei entrambi i sensori: voltmetrico ed amperometrico per avere lla "quasi" certezza della funzionalità.
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Grazie per le vostre risposte. Si, a me serve sapere solo se il carico è alimentato o meno. Che voi sappiate, esistono schede relè, interfacciaibli all'rpi, che mettono a disposizione degli input (cui collegare le fotoresistenze), il cui stato posso poi rilevare via rpi ? Vi pongo tale quesito poichè la mia idea iniziale era quella di ubicare le diverse schede relè (interfacciate a Rpi) nelle (diverse) scatole di derivazione presenti nelle diverse stanze (di quelle che normalmente convogliano i cavi dell'impianto presenti in una stanza), ed ubicare l'Rpi in prossimità della scatota di derivazione posta in prossimità del quadro elettrico principale. In modo tale che, dall'rpi alla scatola di derivazione di una stanza, passa solo il cavo di cui necessità la scheda relè di quella stanza. Nel caso di fotoresistenza per rilevare il carico, dovrei aggiungere i cavi per le fotoresistenze delle luci di quella stanza....Se esistessero schede relè con qualche input, potrei vitare questo ulteriore cablaggio..
Inoltre, sono sulla strada giusta, o potete suggeririmi qualche diverso dispiegamento dei componenti (Rpi + schede relè + fotoresistenze) per controllare (e rilevare), in definitiva, lo stato delle luci di un appartamento ?
Grazie!
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Ciao a tutti.. Io avevo inizialmente pensato a dei mcp23017 poi ho ripiegato sui seriali mcp23s17, pensavo di metterne 1 per ogni stanza calcolando che con un cavo 8 fili si può portare anche qualche pin gpio in più, oppure portare i pin per i ds18d20 in caso di necessità.. Per quanto riguarda il monitor 220v ho testato un h11aa1 è un optocoupler che alla presenza della 220 mi lascia passare i 3,3 v per il raspberry.. Che cosa ne pensate??
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