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11/05/2019, 13:17
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 11/05/2019, 13:34 da matomatorc.)
ciao a tutti ho letto un pò tutte le discussioni in merito e ho trovato alcune con buone idee.Recuperando un alimentatore atx di un pc fisso posso usarlo per alimentare in contemporanea monitor e raspi3+?
se si a quale delle 3 tensioni (12-5-3.3) dovrei collegare il rasp e a quale il monitor lcd recuperato da un vecchio pc portatile?
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1) Molti alimentatori ATX hanno bisogno di avere un almeno un minimo assorbimento di corrente per funzionare correttamente.
2) Il Raspberry va alimentato assolutamente a 5.0 V (+-5%) sulla apposita porta USB oppure sul connettore GPIO. Forse devi leggere ancora qualche discussione...
3) il display LCD... molto probabilmente puoi buttarlo.
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1) quoto
2)la tensione nominale è 5,1 c'è chi dice che a 5,25 sia ancora meglio.. Senza esagerare però
3)se il monitor segue lo standard lvds esistono schede che lo convertono in hdmi e lo può usare
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12/05/2019, 08:00
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12/05/2019, 08:01 da ippogrifo.)
Un ATX non è proprio il massimo per alimentare un raspberry B3+ ed eventuale monitor recuperato. Se vuoi utilizzarlo devi caricare con delle resistenze le uscite in modo tale che al momento dell'accensione queste siano stabili, cioè senza fluttuazioni pericolose per il raspberry. Un buon voltmetro digitale ti aiuterà. Una volta certo che la 5V sia stabile potrai collegarci il raspberry. Ovviamente le resistenze dovranno rimanere collegate ed essere di potenza, cioè di qualche Watt. I 5V nominali dovranno essere compresi tra 5 e 5,25 Volt; scendere sotto i 5 V potrebbe, funzione del carico totale e delle cadute di tensione del cavo + circuiti di protezione, far apparire il simbolo del fulmine indicando una alimentazione bassa (personalmente alimento un raspberry B3+ a 5,23 V senza alcun problema). Il sistema più idoneo per alimentare il raspberry è, come anche più volte indicato dalla fondazione, attraverso la porta USB dedicata in quanto vi sono i circuiti di protezione contro il sovraccarico (fusibile ripristinabile) ed inversione di polarità (mosfet di potenza); alimentarlo tramite i GPIO è possibile ma a proprio rischio (es. decadenza garanzia, ecc).
Per il monitor Zzed ti ha risposto.
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La confusione è che la tensione nominale per i RaspberryPi (tutti i modelli prima del 3 è 5V, per il 3 e il 3B+ è 5,1V.
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Vero che la tensione nominale per il Rpi 3B+ è di 5,1 V, ma con questo valore di tensione, un hdd di diverse centinaia di GB (corrente assorbita > di 400 mA) collegato ad una porta USB, diversi task in esecuzione e CPU al 100% dopo qualche secondo compariva sul monitor il simbolo del fulmine; la soluzione è stata di incrementare la tensione di alimentazione a 5,23 V in modo tale che apieno carico questa fosse di 4,98 V dopo le protezioni (misurata con voltmetro digitale Fluke). Il sistema di alimentazione è composto da alimentatore regolabile da 5V (+- 10%) 5A, cavo di alimentazione nero/rosso da 0,75mmq ad esclusione degli ultimi cm dove è stato saldato il cavo con connettore USB; il tutto per evitare al massimo cadute di tensione.
Ho fatto riferimento ad una tensione minima di 5V e non di 4,75V proprio per le considerazioni, verificate, di cui sopra; attendersi una caduta di tensione superiore ai 100 mV dovuta al cavo USB di alimentazione, le varie protezioni ed i vari carichi può garantire il corretto funzionamento del raspberry.
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12/05/2019, 12:13
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 12/05/2019, 12:14 da Zzed.)
Certamente ippogrifo, mi riferivo alle indicazioni apparentemente discordanti sul sito ufficiali linkate da nicolap. Non lo sono perché si riferiscono con ogni probabilità a modelli differenti. Importante sottolineare che la tensione va misurata non a vuoto, ma con il carico, quindi con il RaspberryPi funzionante.
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Probabilmente le indicazioni sono da considerarsi come "minimum requirements".