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domotico impianto realizzare cablato

realizzare impianto domotico cablato
#1
Buongiorno, devo ristrutturare casa e cercando un pc per crearmi una rete centrale ho scoperto l'esistenza di raspberry.
Vedendone le potenzialità e i costi mi è subito apparsa la possibilità di poter realizzare un vero e proprio impianto domotico ben strutturato e professionale con un notevole risparmio economico e inoltre la piena autonomia di tutti i dispositivi di un impianto, non come Bticino o Vimar e altri di dover dipendere da loro per qualsivoglia problema o implementazione o modifica.
Ora da ignorante di Raspberry avendolo appena conosciuto cercando in rete, volevo capire bene come va utilizzato, su internet ho visto che gli si prova a far fare di tutto specie cose per cui magari non è concepito ma a me interessa sapere come utilizzarlo al meglio in maniera seria. 
Il mio intento è averlo come cervello della mia casa domotica e fargli amministrare tutto l'impianto domotico quindi immaginavo di trovare un giusto posto dove allocarlo e predisporre per tutta la casa, oltre la tubazione tradizionale, la tubazione di cavo per domotica dove raspberry comunicherà con tutti i dispositivi di input e di otput.
Già qui con svariate ricerche non ho trovato alcun esempio o tutorial di qualcuno che abbia fatto un impianto cablato, tutti basati in wifi; comunque ho visto che il raspberry supporta tutti i protocolli bus e qualcuno che ha collegato i dispositivi via cavo ha usato cavo rs485 con una scheda da collegare al raspberry.
Ora io volevo capire, ma non vi è una qualche guida seria di cosa fare in un applicazione del genere?
Tipo ora il rs485 è antiquato e ora è più conveniente usare un cavo xy..., per collegarsi a raspberry per gestire 5000 dispositivi domotici conviene utilizzare una scheda come questa perchè altrimenti non riesce a gestire etc etc?
Voi che sicuramente ne sapete più di me conoscendolo da più tempo potete indicarmi maggiori informazioni su un impianto cablato?
Su professionale non mi sto riferendo a impianti da installatore da rivendere, parlo sempre di fai da te ma cose fatte come dio comanda, conosco qualche base di programmazione e so per certo che i software vanno progettati bene prima di agire e per progettare devi conoscere come funzionano.
Risposta
#2
Progetto, come dire, "corposo". Una considerazione prima: il Raspberry nasce come strumento di didattica per insegnare a programmare sotto diversi linguaggi ad un prezzo di acquisto bassissimo. Da qui la sua grande diffusione. Può fare molto, funzione della capacità e della conoscenza di ciascuno dei vari linguaggi di programmarzione.
Dal punto di vista impiantistico la struttura da realizzare è del tipo a "stella", ovvero il raspberry (o un PC/server) installato in un loocale da cui si diramano n. tubazioni/corrugati/canaline, una (o più nel caso) per ciascun locale del fabbricato a cui si vuole portare il segnale. Stiamo parlando (semplificando) di comunicazione Ethernet, con velocità di 1Gbit/sec (le vecchie classi di 100/10 Mbit/sec sono obsolete anche se esistenti) tra i vari dispositivi connessi nella rete LAN (LAN = Local Area Netvork). Per definire la velocità di trasferimento dati, 1 Gbit/sec = 1 miliardo di bit/sec, 100 Mbit/sec = 100 milioni di bit/sec, ecc..) Il raspberry dispone di una sola porta ethernet di classe 1 Gbit/sec, per cui avrà necessita di uno switch (sempre di classe 1 Gbit/sec) a cui connetersi ad una delle porte per poter distribuire i segnali alle varie postazioni periferiche attraverso le altre porte (in rete trovi una moltitudine di switch di tutte le marche e prezzi). Alle varie postazioni periferiche potrai collegare i clients, che possono anche essere dei bridges per traferire il segnale dal cavo in aria, cioè il WiFi.
Normalmente il cavo utilizzato per la disribuzione dei segnali dal centro stella alla periferia è del tipo "cat 5e" o "6" che garantiscono il trasferimento dati ad 1 Gbit/sec (esistono cavi di categoria superiore, ma vale la pena utilizzarli pensando al futuro). Potranno essere del tipo schermato o no, dipende dalla tipologia di installazione, in particolare se il percorso delle tubazioni è parallelo a quelle in cui sono inseriti i cavi di energia elettrica.
Per quanto riguarda la RS485 non è minimamente da considerare pochè riguarda particolari comunicazioni del tipo seriale a bassa velocità, sempre tra una stazione master e n. clients, realizzata su un doppino (due fili intrecciati tra loro) anche a lunga distanza (parliamo di Km).
L'argomento è vastissimo e non sempre facile.
Risposta
#3
(31/12/2021, 15:21)ippogrifo Ha scritto: Progetto, come dire, "corposo". Una considerazione prima: il Raspberry nasce come strumento di didattica per insegnare a programmare sotto diversi linguaggi ad un prezzo di acquisto bassissimo. Da qui la sua grande diffusione. Può fare molto, funzione della capacità e della conoscenza di ciascuno dei vari linguaggi di programmarzione.
Dal punto di vista impiantistico la struttura da realizzare è del tipo a "stella", ovvero il raspberry (o un PC/server) installato in un loocale da cui si diramano n. tubazioni/corrugati/canaline, una (o più nel caso) per ciascun locale del fabbricato a cui si vuole portare il segnale. Stiamo parlando (semplificando) di comunicazione Ethernet, con velocità di 1Gbit/sec (le vecchie classi di 100/10 Mbit/sec sono obsolete anche se esistenti) tra i vari dispositivi connessi nella rete LAN (LAN = Local Area Netvork). Per definire la velocità di trasferimento dati, 1 Gbit/sec = 1 miliardo di bit/sec, 100 Mbit/sec = 100 milioni di bit/sec, ecc..) Il raspberry dispone di una sola porta ethernet di classe 1 Gbit/sec, per cui avrà necessita di uno switch (sempre di classe 1 Gbit/sec)  a cui connetersi ad una delle porte per poter distribuire i segnali alle varie postazioni periferiche attraverso le altre porte (in rete trovi una moltitudine di switch di tutte le marche e prezzi). Alle varie postazioni periferiche potrai collegare i clients, che possono anche essere dei bridges per traferire il segnale dal cavo in aria, cioè il  WiFi.
Normalmente il cavo utilizzato per la disribuzione dei segnali dal centro stella alla periferia è del tipo "cat 5e" o "6"  che garantiscono il trasferimento dati ad 1 Gbit/sec (esistono cavi di categoria superiore, ma vale la pena utilizzarli pensando al futuro). Potranno essere del tipo schermato o no, dipende dalla tipologia di installazione, in particolare se il percorso delle tubazioni è parallelo a quelle in cui sono inseriti i cavi di energia elettrica.
Per quanto riguarda la RS485 non è minimamente da considerare pochè riguarda particolari comunicazioni  del tipo seriale a bassa velocità, sempre tra una stazione master e n. clients, realizzata su un doppino (due fili intrecciati tra loro) anche a lunga distanza (parliamo di Km).
L'argomento è vastissimo e non sempre facile.

Grazie per la risposta, molto chiaro. Quindi dici che con un comune cavo ethernet e uno switc riesco a realizzare un ottima rete domotica per casa?
Risposta
#4
Quella descrittà è un'infrastruttura minimale ma funzionale. Il resto dell'infrastruttura dovrà essere studiato/previsto attentemente, anche perchè se non si vuole utilizzare segnali radio, sarà necessario posare tubazioni/corrugati in numero adeguato a soddisfare le esigenze harware delle periferiche.
Una volta posati i cavi e collegati tra loro i vari dispositivi, quello che renderà operativo il tutto (secondo le proprie esigenze) sarà il SW installato e/o realizzato ad hoc.
Risposta
#5
Si certamente va predisposto l'impianto per il passassio del cavo,scatole di derivazione,spazio nel quadro per alloggiare i dispositivi di controllo. A livello software da quello che ho visto su internet non sembra molto complesso da configurare, ho letto di software pronti come home-assistant e forse qualche altro. Ma che Raspberry sarebbe meglio utilizzare?
Risposta
#6
Un Pi4 con 2 o 4 GB di RAM. Per un prodotto più che sicuro potresti utilizzare un Raspberry Pi Compute Module 4 con 2 o 4 GB di RAM e 16 GB di memoria emcc. Per poterlo utilizzare necessita però della scheda di sviluppo: Raspberry Pi CM4IO Board. Il problema è trovare i prodotti sul mrcato perchè esauriti (link al fornitore ufficiale: https://www.melopero.com/shop/)
Risposta
#7
ecco , che raspberry sarebbe meglio utilizzare.
Come detto, Raspberry nasce a scopo didattico, è un computer e può fare un poi' di tutto, non esiste un Raspberry più adatto alla domotica e uno più adatto a altro. E' un computer al prezzo più basso possibile, sviluppato da una fondazione non a scopo di lucro. Questo inevitabilmente porta a dei compromessi, se si pensa a un uso "serio", come ad esempio l'uso di una SD come storage, che in applicazioni come home assistant che tiene un database di ogni singolo evento e quindi ha continue scritture, non dura poi molto.
Esiste però un Raspberry dedicato all'uso industriale, pensato per applicazioni "serie", il Raspberry Pi Compute Module solo che non può funzionare da solo, ma necessita di una scheda di supporto per ingressi, uscite e alimentazione. Naturalmente il tutto costa di più, e diciamo che è pensato per implementazione industriale, in cui ogni costruttore si realizza la scheda di supporto ad-hoc a seconda delle funzioni che necessitano nel prodotto finale, su cui innestare il compute module.
io, fossi in te, anzi come poi ho fatto, identificherei un "locale tecnico" o una piccola parte (da me è la parte superiore dello sgabuzzino, mensolata su misura) dove far convergere le canaline per rete, allarme, segnali e in cui concentrare le apparecchiature tecnologiche (router, switch, NAS, gruppo di continuità ecc)
Proverei anche, vista la spesa limitata, a prendere un Pi4 1 o 2 GB e cominciare a sperimentare con quello, eventualmente pensando poi di aggiuingere un SSD su cui spostare tutto il sistema per maggior sicurezza e reattività.
Risposta
#8
Zzed si mi sembra proprio l'ideale creare un punto centrale (o magari 1 per ogni piano) dove convogliare tutti i cavi Ethernet e i dispositivi, per il Raspberry mettermi a fare prove la vedo una spesa inutile, se realizzo un progetto del genere non cambio idea e lascio stare..al max se il Raspberry se è troppo basico per gestire un impianto serio magari devo prevedere un altro mini pc.
Risposta
#9
La configurazione a "stella" prevede un unico punto (locale, rack, o spazio limitato in un locale, armadio, ecc.) in cui installare fisicamente il server ed a cui far affluire tubazioni, corrugati, ecc. entro cui sono stati passati le varie tipologie di cavi per i collegamenti alle singole periferiche. Se necessiti di creare altri punti di concentrazione (nodi) nei diversi ambienti, realizzi una struttura ad albero.
Se le periferiche da controllare sono tantissime, un mini/micro PC potrebbe comunque non essere sufficiente o comunque non coveniente per gli assorbimenti di energia elettrica (e anche per il prezzo di acquisto). Un Pi4 assorbe mediamente da 5 a 10/12 W/h contro un micro PC da circa 25 a 30W/h. Esperienza personale.
Per il mio sistema di video sorveglianza implementato con 5 CAM (dovranno essere 6) operativo 24h/24h per più (ormai) di un anno, dopo aver sperimentato con un micro PC, sono ritornato al Pi4 nella versione industriale, che non teme interruzzioni improvvise di alimentazione, in cui la memmoria emmc si sta dimostrando più affidabile di un SSD ed il SOC non necessita di dissipatori. Come detto, il Pi4 rimane un dispositivo didattico, ma che viene utilizzato anche a livello industriale: a parte l'infrastruttura fisica, "progetta" attentamente cosa vuoi realizzare, verifica il SW da installare e/o da implementare e poi decidi. A prescindere che si un Pi4 o un PC, "necessariamente" dovrai sperimentare/testare (anche perchè l'appetito vien mangiando, ovvero partendo da una base si desidera implementare sempre i più)
Risposta
#10
Si esattamente, io voglio predisporre per poter fare tutto, inizierrò da qualche automazione e pian piano implementerò con videosorveglianza, giardino etc.
Se devo far convergere tutto in unico punto la vedo un pò problematica, sia perché se devo portare un cavo di rete per ogni attuatore sono km di cavo e devo avere un vero armadio Rack con grande ingombro, sia se per caso non prevedo qualcosa poi potrei non riuscire a collegarla via cavo.
E poi dando un occhiata sul web dispositivi che si collegano tramite cavo ethernet invece che in wifi non ne trovo, ma vedo schede relè o centraline che si collegano tramite cavo ethernet; ne deduco che via ethernet non devo passare un cavo per ogni attuatore ma dovrò portare cavi elettrici da queste schede che comandano gli utilizzatori.
Per la domotica cablata via ethernet non sto trovando documentazione di come sia fatta nel dettaglio, ho molti dubbi.
Risposta
  


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