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Non ho termini di paragone, a parte la pinza amperometrica, quindi mi è impossibile "vedere" sfasamenti temporali. I ritardi potrebbero essere causati principalmente da due fattori: 1) il sistema di misurazione/controllo dell'inverter adotta un microcontrollore/microprocessore con SO e/o Firmware in tempo reale, e non un multitasking; 2) i tempi di misurazione della corrente circolante sono rapidissimi (e possono anche adottare altre tipologie di toroidi, compresi quelli ad effetto di Hall). Sul primo punto è quasi impossibile intervenire (dico quasi perchè per il raspberry è previsto un SO in tempo reale, che non conosco minimamente e mai provato). Sul secondo punto è possibile, in qualche modo, intervenire, ma quasi sicuramente passando a sistemi attivi piuttosto che passivi. Ma di quanto è lo sfasamento temporale?
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Scusa, mi sono espresso male. Il mio (piccolo) problema è che, proprio in virtù di differenti algoritmi e tempi di rilevazione, mi è difficile ragguagliare la lettura dell'INA219 alle risultanze dell'inverter. Ho effettuato, come scritto in precedenza, una lettura punto punto e creata una griglia con corrente INA219 e watt mostrati dall'inverter. Il risultato è decente, con scarti che non superano i +-100 watt. Vorrei migliorare l'approssimazione applicando una formula generale che tenga conto del rapporto proporzionale che suppongo esistere tra le due grandezze. Ne volevo semplicemente conferma:-)
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Per migliorare i tempi di risposta, si può provare a rendere un po più veloce la misura da parte dell'INA fermo rimanendo al momento tutto il resto; in sintesi il toroide risponde in tempo reale alle variazioni di corrente che producono su una resistenza di valore e precisione note una tensione proporzionale, sempre alternata. Raddrizzando questa tensione e inviandola all'input dell'INA, abbiamo la lettura del valore di tensione (proporzionale alla corrente circolante nel circuito "primario"). Qui si può, come detto migliorare ma sempre nell'arco di qualche decina di millisecondi. Trovare una correlazione temporale "sostenibile" tra inverter e raspberry la vedo veramente dura: parliamo di misurazioni rappresentate, la prima nel tempo "X" (l'inverter) e la seconda a " X + y" (il raspberry). Al momento non trovo/individuo una formula che possa mettere in "passo" le due indicazioni.
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bene, come detto è un piccolo problema. Più importante è mettere in sicurezza il raspi con alimentazione e sd adeguati. Quindi aspetto tuoi link e recensioni. Grazie
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Idee interessanti. Come ti ho accennato, ho diversi raspi (5) ciascuno con specificità di spazio. Ma le soluzioni proposte sono, in effetti, tanto compatte da poter essere collocate agevolmente ovunque. La prima mi convince di più anche se dalla raffazzonata traduzione non si capisce molto delle sue caratteristiche. Per avere un quadro completo, quali sono i vantaggi di questi mini-ups rispetto ad una power bank? questo perché potrei optare per soluzioni diverse a seconda del tipo e di ubicazione del Raspberry. Credi che questi siano in grado di inviare al raspi un segnale di prossima fine carica in modo da gestire uno shutdown sicuro?
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08/11/2019, 18:23
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 08/11/2019, 18:26 da ippogrifo.)
La differenza sostanziale consiste nel fatto che un UPS alimenta il carico dalla tensione principale, mancando questa tramite la batteria tampone (la durata dipende dalla capacità della batteria); il tempo di commutazione è di 0 secondi. Al ritorno della tensione principale, il carico viene nuovamente alimentato tramite questa (tempo di intervento 0 sec.) e la batteria viene contemporaneamente ricaricata. Di fatto la batteria è sempre alimentata e mantenuta sotto caricacarica, pronta ad intervenire. La prima soluzione dispone di punti da cui prelevare il segnale, ad esempio dai diodi LED che danno la percentuale di scarica della batteria, o in alternativa leggere direttamente la tensione di batteria tramite un INA219. La seconda soluzione, se,mbra essere un po più "professionale", permette tramite SW proprietari (in python e pubblicati) da caricare sul raspberry di spegnerlo correttamente ed inviare nel caso una e-mail. Anche in questo caso è possibile, eventualmente, utilizzare un INA219. In questo secondo caso la batteria esterna non è ricaricabile dall'UPS ma si dovrà provvedere autonomamente (l'ingersso è quello a 6-61V)
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Sono indeciso. Sia la prima che la seconda soluzione richiedono accrocchi ulteriori: nel primo caso l'INA219 e nel secondo l'alimentatore. Opterei per la prima potendo rinviare ad un secondo momento la rilevazione dello stato di carica. Ma una curiosità. Dovendo il circuito innalzare la tensione di 3,7 volt a 5 volt non introdurrà un ripple(?) fastidioso nella corrente fornita? Due dei miei raspberrry sono "zero". Non capisco perché tra le compatibilità questo non sia indicato. Dimenticanza o mi sfugge qualcosa?
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No, entrambe le soluzioni non richiedono l'INA. La prima soluzione dispone di un controllo della carica della batteria che va dal 100% al 25% (indicatori LED di carica): collegandosi (ad esempio) al LED del 75% e trasferendo l'informazione ad uno dei GPIO potrai gestire l'eventuale shutdown. La seconda soluzione prevede un SW di controllo (da caricare sul Raspberry) che ti permette di fare lo shutdown (ed evntualmente inviare una e-mail) senza problemi. Per quanto riguarda il ripple (ondulazione di tensione residua sulla componente continua, dovuta alla tensione alternata raddrizzata) è vero sia in up che down, e/o che si presenta anche utilizzando un trasformatore di tensione classico (primario 230 VAC, secondario XX VAC). Molto dipende dalla bontà della progettazione dell'alimentatore. Il fatto che non siano inseriti nella lista di compatibilità i raspberry del tipo "zero", non è molto rilevante; i parametri importanti da valutare nell'alimentatore sono: tensione di uscita, stabilità della stessa, ripple e corrente max erogabile che garantisce i parametri di cui prima.